Giulio Biino è stato di recente confermato per tre anni presidente del Circolo dei lettori, e quindi anche del Consiglio di gestione del Salone del Libro. Una nomina arrivata pochi giorni dopo quella di presidente del consiglio nazionale del notariato. Due ruoli che si rafforzano a vicenda, sul profilo istituzionale e culturale.
Il tema più urgente per il Salone è il dopo Lagioia: a che punto siamo con la manifestazione di interesse?
«Sarà pubblicata dalla Regione in autunno, tra settembre e ottobre, e la nomina dovrebbe arrivare a inizio anno, in modo tale che ci siano i tempi tecnici per il prossimo direttore per fare l’anno di affiancamento con Nicola Lagioia».
Come funzionerà l’affiancamento?
«Non si tratterà di un lavoro a tempo pieno per il subentrante, sarà un affiancamento soft che si tradurrà nella partecipazione a riunioni e incontri per imparare a conoscere la complessa macchina organizzativa. Il Salone 2023 sarà ancora firmato Lagioia, quello del 2024 non più. Il periodo di affiancamento entrerà poi a regime, per garantire sempre a chi arriva un passaggio di consegne strutturato e organizzato».
Quali caratteristiche deve avere il nuovo direttore?
«Dovrà essere una persona di spicco, di grande impatto per il pubblico. Un nome riconosciuto e riconoscibile, visto il successo del Salone che è ogni anno più forte, popolare e in crescita. Io credo nella bravura e nella competenza, e per me uomo o donna non fa differenza. Certo, è importante che il prossimo direttore conosca sia il mondo editoriale che quello manageriale, che sappia guidare la macchina con solidità organizzativa e culturale».
Il risultato delle prossime elezioni influenzerà la scelta?
«Avrà di sicuro un peso sulla scelta del nome, che sarà annunciato dopo il voto».
Quali ospiti vorrebbe invitare al Salone di maggio?
«I Red Hot Chili Peppers, che sono impegnati nelle battaglie per il clima e per l’ambiente, sulla scia del secondo meeting europeo dei Fridays for Future appena concluso in città. Mi piacerebbe organizzare un loro concerto sul palco del Parco del Valentino, come è successo per Eurovision, proseguendo la contaminazione tra musica e libri che da anni per noi è strategica».